Il ruolo dell’investigatore privato nell’ambito delle indagini penali è stato fortemente rivalutato in vista della modifica che negli ultimi anni ha riguardato il procedimento del processo penale.
Il Decreto ministeriale nr. 269 del 2010 da un lato e la legge nr. 397 del 2000 dall’altro, hanno disciplinato in modo completo e del tutto nuovo rispetto al passato, l’acquisizione delle prove nelle indagini della difesa.
Nel codice di procedure penale è stato infatti introdotto il titolo VI-bis nel libro V volto proprio a disciplinare nel dettaglio gli ambiti di intervento e gli strumenti a disposizione della difesa, composta non più solamente dall’avvocato ma anche dall’investigatore privato e dal consulente tecnico, qualora necessario.
Il difensore, potrà quindi nominare con specifico incarico, l’investigatore privato che svolgerà le indagini a favore del suo assistito e l’avvocato potrà avvalersi delle prove fornitegli in tribunale.
La difesa migliore nelle indagini penali
L’obiettivo è quello di garantire il cosiddetto “giusto processo”, che ancor prima di punire i colpevoli sia in grado di difendere gli innocenti.
Dati forniti a gennaio 2014 dal Ministero dell’Economia e della Finanza, in merito alle vittime di errori giudiziari e ai costi ad essi relativi parlano di oltre ventiduemila persone alle quali è stata accertata un’ingiusta detenzione (a partire dal 1989 al 2013) errori che, nello stesso arco di tempo, sono costanti allo Stato seicento milioni di euro.
Il sistema giudiziario ha dunque ritenuto necessario fornire gli strumenti migliori a coloro che si trovino nella condizione di doversi difendere da un accusa.
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