L'investigazione privata e i tempi che cambiano


In materia di affidamento minori e assegno di mantenimento, numerose sono le novità normative introdotte negli ultimi anni nel nostro Paese.

Il cambiamento giuridico segue il cambiamento sociale con l’obiettivo di rispondere alle nuove esigenze e tutelare le nuove necessità dei suoi cittadini.

Nuove esigenze e nuove necessità introdotte da un modo nuovo di vivere il matrimonio, la famiglia, i figli e più in generale la vita.

Il fenomeno delle famiglie di fatto sempre più in crescita e bisognose di tutele, l’aumento delle separazioni e dei divorzi con la conseguente gestione dell’affidamento dei figli, la non rara possibilità che venga costituita una seconda famiglia o che nascano figli da un secondo matrimonio, e le ripercussioni che questa ipotesi ha in merito all’assegno di mantenimento, sia nel caso in cui la persona in questione ne sia beneficiaria o al contrario ne versi periodicamente l’importo.

Tutti questi aspetti sono oggi valutati dalla normativa molto diversamente rispetto qualche anno fa, e i cambiamenti in questo senso sembrano non fermarsi, considerando le recenti novità che hanno riguardato il nostro paese in merito alla questione delle unioni civili.

Le decisioni prese dai giudici in fase di separazione possono essere riconsiderate, se supportate dalle giuste motivazioni e dimostrate con delle prove valide. La possibilità che l’ex partner al quale versiamo l’assegno di mantenimento, intrattenga una relazione stabile e duratura, se dimostrato negli opportuni modi, ci permette di richiedere una revisione dell’assegno di mantenimento, decisione che non può essere rivalutata nel caso in cui questa relazione in futuro venga interrotta, che ha dunque validità definitiva.

Come per l’assegno di mantenimento anche in  merito all’affidamento dei figli vi è la possibilità di far rivalutare le decisioni prese dal giudice, il quale ha come unico interesse quello di tutelare il minore, a questo scopo è stato introdotto l’affidamento congiunto, preferito a quello esclusivo oramai dal 2006, salvo rari casi in cui è tuttora applicato.

È possibile svolgere indagini per verificare l’effettiva condizione in cui vive il minore quando è affidato ad uno dei genitori, anche quando quest’ultimo si trova lontano, magari in un paese estero e non si ha dunque la possibilità di verificare la veridicità delle informazioni che si hanno.

Le prove raccolte, qualora ce ne siano i presupposti, permettono di rivalutare la decisione del giudice, favorendo un affido esclusivo anziché congiunto.

Sono molteplici le finalità che un indagine può avere, ma tutte hanno un solo obiettivo: tutelare un vostro diritto.

 


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