La corte di Cassazione ritorna sull’argomento con la sentenza sez. lavoro n. 8784, 17 dicembre 2014 – 30 Aprile 2015.
Chiedere un giorno di permesso retribuito per dedicarsi a “qualcosa che non ha nulla a che vedere con l’assistenza” costituisce un “ODIOSO ABUSO DEL DIRITTO”, con queste parole la Cassazione condanna il comportamento del lavoratore che usufruisce indebitamente dei giorni di permesso.
Già in passato la Suprema Corte aveva legittimato l’azienda ad avvalersi della professionalità di un’agenzia investigativa per poter verificare se effettivamente il dipendente nei giorni di permesso richiesti in base alla legge 104, prestasse attività assistenziali, o al contrario impiegasse tali giorni per svolgere tutt’altre attività.
Chi abusa dei permessi della 104 fa ricadere i costi della propria pigrizia sulla collettività. I permessi, infatti, sono retribuiti in via anticipata dal datore di lavoro, il quale poi viene rimborsato dall’Inps del relativo onere anche ai fini contributivi.
La Cassazione giustifica il licenziamento del dipendente per via del fatto che il suo illecito è “particolarmente odioso e grave”, lede il rapporto di fiducia con il datore di lavoro, in quanto si tratta di una condotta che pone in dubbio la futura correttezza dell’adempimento: essa infatti è sintomatica di un certo atteggiamento del lavoratore agli obblighi assunti, della sua propensione all’assenteismo e dell’assenza di senso del dovere.
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