"Un dipendente pubblico che dice che va a lavorare e poi non ci va, dev'essere licenziato!". Il Ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, questa volta non esita ad usare il verbo "licenziare", facendo riferimento alle recenti cronache, anche se ci tiene a precisare che bisogna liberarsi dal luogo comune che tutti i dipendenti pubblici siano fannulloni.
Diverse le reazioni suscitate dalle parole della Madia, tra cui quelle del numero uno degli Industriali Giorgio Squinzi :"Noi imprenditori gli assenteisti, potendo, li avremmo già licenziati molti anni fa".
Polemico invece Renato Brunetta, che ci tiene a ricordare che le leggi per mandare a casa e licenziare definitivamente i dipendenti pubblici che non lavorano esiste già, (decreto legislativo n.150 del 27 Ottobre 2009, che attua la legge n.15 del 4 marzo 2009, la cosiddetta "legge Brunetta”). Norme però che non vengono applicate quasi per nulla, su quasi 7 mila procedimenti quelli conclusi con licenziamento sono solo 220, di cui solo un centinaio per assenteismo.
La recente riforma della Pubblica Amministrazione prevede infatti un restyling dell'azione disciplinare che oggi segue un meccanismo con diversi passaggi e attori. Il decreto attuativo che porterà a un nuovo testo unico sul pubblico impiego però non farà parte del primo pacchetto di provvedimenti applicativi della riforma. Bisognerà aspettare il 2016.
Intanto le vicende di Sanremo non sono passate inosservate, il Presidente dell' Anac ha dichiarato che la Pubblica Amministrazione non può nascondersi dietro al principio di dover aspettare l'esito dei processi, la Deputata di Forza Italia, Laura Ravetto ha invece proposto di introdurre l'identificazione tramite impronte digitali.
Si riscaldano quindi i motori per un dibattito sull'assenteismo che sarà sicuramente accesso.
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