FAQ

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Il DM 269/2010 all'art. 5 definisce sette macroaree di intervento dell'investigatore privato dividendole in:

• Indagini in ambito privato volte alla ricerca ed individuazioni richieste da un privato cittadino anche per la tutela di un diritto in sede giudiziaria, tra cui indagini in ambito familiare, matrimoniale, patrimoniale, ricerca di persone scomparse;
• Indagini in ambito aziendale volte alla risoluzione di questioni inerenti la propria attività aziendale anche per la tutela di un diritto in sede giudiziaria che possono riguardare azioni illecite da parte del prestatore di lavoro, infedeltà professionale, tutela del patrimonio scientifico e tecnologico, tutela di marchi e brevetti, concorrenza sleale, contraffazione di prodotti;
• Indagini in ambito commerciale volte all'individuazione ed all'accertamento delle cause che determinano, anche a livello contabile, gli ammanchi e le differenze inventariali nel settore commerciale, anche mediante la raccolta di informazioni reperite direttamente presso i locali del committente;
• Indagini in ambito assicurativo in materia di dinamica dei sinistri, responsabilità professionale, risarcimenti sul lavoro, contrasto dei tentativi di frode in danno delle società di assicurazioni;
• Attività di indagini difensive volte all'individuazione di elementi probatori da far valere nell'ambito del processo penale (art. 222);
• Attività previste da leggi speciali o decreti ministeriali caratterizzate dalla presenza stabile di personale dipendente presso i locali del committente. In questa attività rientrano i titolari di licenza e datori di lavoro degli Addetti ai Servizi di Controllo, operatori della sicurezza che si occupano dell'incolumità dei partecipanti ad eventi di pubblico intrattenimento;
• Attività di informazioni commerciali

Sì, è lecito. Per poter utilizzare le prove che l'agenzia investigativa fornisce, è necessario che questa sia autorizzata dalla Prefettura.
La Tony Ponzi Investigazioni è autorizzata dalla Prefettura di Roma a svolgere indagini investigative.

Sì, il report prodotto da un'agenzia investigativa autorizzata dalla Prefettura ha valore probatorio in sede giudiziaria, tanto che l\'investigatore può essere chiamato a testimoniare su fatti specifici, circonstanziati e chiari, che ha avuto modo di apprendere e appurare mediante lo svolgimento delle indagini.

Al termine dell'attività investigativa viene rilasciata una relazione dettagliata del servizio svolto corredata di materiale video fotografico.

Nel rispetto dell'art. 5 del Regolamento (UE) 2016/679, i dati personali trattati dall'investigatore privato possono essere conservati per un periodo non superiore a quello strettamente necessario per l'espletamento dell'incarico ricevuto. Una volta conclusa l'attività investigativa il trattamento deve cessare in ogni sua forma quindi l'agenzia provvederà alla distruzione e cancellazione di tutti i dati e materiale raccolti.

Sì. L'investigatore privato può intraprendere un pedinamento anche a mezzo di supporti elettronici con apparecchiature GPS, oltre ad eseguire appostamenti.

No. L'investigatore privato può documentare tramite videoriprese o fotografie tutto ciò che può osservare un comune osservatore ad occhio nudo in un luogo pubblico, aperto al pubblico, accessibile od esposto al pubblico. Quando si parla di luogo pubblico si intende un luogo accessibile a chiunque, per esempio una strada, una piazza o un parco pubblico. Per luogo aperto al pubblico si fa riferimento ad un luogo in cui si può accedere mediante un titolo di accesso, come un cinema o un teatro e l'accesso non può essere impedito se in possesso del titolo d'ingresso. Per luogo accessibile al pubblico invece, si intende un luogo soggetto ad un ingresso su autorizzazione da parte di una pubblica amministrazione, ma anche di un privato, dove quindi si è soggetti alla volontà dell'avente diritto che può esercitare un potere ostativo. Infine, per luogo esposto al pubblico si intende un luogo privato, non accessibile ma facilmente osservabile dall'esterno ad occhio nudo e senza barriere visive naturali o artificiali, ad esempio un balcone di un'abitazione, una vetrata di un'abitazione prospicente la pubblica via.

Il legislatore stabilisce la possibilità di rimodulare l'importo dell'assegno di mantenimento per il coniuge in grado di provare che il beneficiario abbia trovato un impiego, ossia percepisce un proprio reddito da un'attività lavorativa, anche se svolta “in nero”, quindi abbia le risorse sufficienti per rendersi autonomo.
Anche nel caso di revisione dell'assegno di mantenimento per i figli presuppone l'accertamento di una sopravvenuta modifica delle condizioni economiche dei genitori, ma anche l'idoneità dei figli di cambiare il precedente assetto patrimoniale realizzato con il provvedimento che ha attribuito l'assegno.

Sì. La principale forma di infedeltà aziendale è l'assenteismo, spesso mascherato da una falsa malattia e l'abuso dei permessi previsti dalla Legge 104/92. Il titolare dell'azienda o persona incaricata dallo stesso ha la possibilità di rivolgersi all'investigatore privato per tutelare il patrimonio aziendale, nel pieno rispetto dello Statuto dei Lavoratori e della Legge sulla Privacy vigente.

Sì. Rispettando i criteri di proporzionalità, pertinenza, non eccedenza e di rispetto dello Statuto dei Lavoratori, è possibile procedere al controllo del computer aziendale. La posta elettronica aziendale e la connessione internet sono strumenti di lavoro messi a disposizione dal datore di lavoro, quindi, non dovrebbero essere impiegati per usi personali, soprattutto durante l'orario di lavoro. L'utilizzo inappropriato del computer aziendale da parte del dipendente per fini privati, può portare alla contestazione e al licenziamento per giusta causa, poiché in questo caso viene meno il nesso fiduciario tra azienda e dipendente.

No, commetterebbe il reato punito all'art. 615 bis C.P. per interferenze illecite nella vita privata, che vieta l'utilizzo e la rivelazione a terzi di qualsiasi mezzo di riproduzione, visiva o sonora, atto ad ottenere indebitamente immagini e/o notizie di terzi in luoghi di privata dimora.

Sì, attraverso l'innovativo sistema di rilevazione di Trojan Software Spy, la Tony Ponzi è in grado di offrire al proprio cliente le prove necessarie valide in sede giudiziaria.

Sì. L'investigatore può registrare qualsiasi conversazione ascoltata in un luogo pubblico o aperto al pubblico, udibile da chiunque con un normale udito.

L'investigatore può registrare ma non intercettare una conversazione quando una delle due persone ne è consapevole.

Sì, i genitori sono tenuti a supervisionare i contenuti dei telefoni cellulari o dei pc dei figli adolescenti per evitare che, tramite questi strumenti, possano essere intraprese condotte illecite. I genitori, secondo il diritto di correzione e di controllo, sono tenuti a monitorare le condotte dei figli, purché ci sia una motivazione e non una voglia di possessività e di curiosità che sconfini nella più morbosa indiscrezione, lontana dal dovere di educazione.

Sì, la Tony Ponzi Investigazioni ha convenzioni attive con l'Ordine degli Avvocati di Roma.

Sì, la Tony Ponzi Investigazioni ha convenzioni attive con l'Università degli studi di Perugia, con l'Università degli studi "G. d'Annunzio" Chieti-Pescara e con l'Università degli studi Guglielmo Marconi.